
L’evento Mapping the Garden. Mapping the Sky, curato da Beth Vermeer, tenutosi a Firenze il 14 settembre, presso il Giardino dei Semplici ci ha lasciato l’appetito dell’approfondimento.
All’incontro hanno partecipato gli astronomi Alberto Righini, Emanuele Pace, Ruggero Stanga, Eleonora Bianchi, Barbara Olmi ed i poeti di GenovaVoci: Karoline Borelli, Carlo M. Marenco, Alberto Nocerino, Giovanna Olivari e Lidia Riviello.
Pittura, Botanica, Astronomia e Poesia ci sono parse tutt’altro che scollate, facendo parte, ciascuna a modo proprio, del grande disegno universale.
Ho chiesto alla curatrice Beth Vermeer di illustrare il sogno che sta dietro al suo instancabile lavoro. Queste le sue parole.
La mia passione per l’astronomia proviene dal fascino del fenomeno della luce. E il mio mestiere primario, l’architettura, è l’arte suprema di utilizzarla.
Adoro la Grecia non solo per il fatto che la nostra cultura è nata lì, ma perché la Grecia è il paese del sole, dove l’architettura e l’arte hanno generato una concezione del mondo diversa, in cui l’intera vita era orientata verso lo spazio all’aria aperta.
Quasi tutto ciò che conosciamo dell’universo è connesso allo studio della luce. Nel corso dei secoli gli scienziati hanno scoperto come le diverse lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico offrano una gamma di informazioni, che aprono una finestra verso l’universo. Si è così passati dal mito, ad esempio del Sole con la sua luce magnifica, allo studio della fisica, grazie anche alle grandi scoperte scientifiche, come l’invenzione del telescopio di Galileo.
La luce determina anche la mia geografia personale, non solo la morfologia delle piante e del paesaggio. La mia creatività dipende dall’esposizione al sole, detesto l’inverno, il freddo e le regioni del mondo dove regna la notte. Mio marito, fisico di professione e poeta per passione, mi ha insegnato di pensare in lambda. Quando le cose sono semplici, avvengono.
Come la dinamica della natura che dona gli elementi basilari per fare arte. Tra gli aspetti più emozionanti ci sono quelli del cielo, dall’alba al tramonto ed al firmamento stellato. Mentre gli astronomi combattono per sapere sempre di più dell’universo e della complessità infinita di strutture, attraverso lo studio della fisica e della matematica, le arti forniscono delle vie alternative di comprendere i fenomeni della natura in termini umani.
Per tutta la vita ho cercato il trait d’union tra la scienza e l’arte, spinta dal desiderio di ritrovare l’incantesimo prima del concetto newtoniano che separa l’uomo dalla natura. Così, un giorno quando la grazia dei dipinti di Fragonard cadeva dalle cornici negli angoli dei miei occhi, discutendo con mio marito a bassa voce la teoria della relatività, mi è venuta l’idea di fondare Design of the Universe, consapevole di poterlo fare, disegnare l’universo a modo mio. Figlia di Einstein correvo nel mio tempo libero sui prati di velluto rosso nella custodia del suo violino.
Per chi è rimasto affascinato da questo progetto avrà modo di approfondirlo a Genova nella prossima settimana.

Parte del grande lavoro di Beth si concretizzerà a Genova questa settimana all’interno delle GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2017 GENOVA EUROPEAN HERITAGE DAYS • LUOGHI DIFFUSI • VARIOUS SITES
THE ELYSIAN PLAINS • CAMPI ELISI
Alla ricerca del luogo ideale dove s’incontrano Natura e Cultura
Un progetto di Beth Vermeer, Design of the Universe
Si tratta di un programma ricchissimo in cui scienza ed arti si incontrano per quattro giorni dal 20 al 23 settembre.
Il programma completo, ricchissimo, è reperibile attraverso questo link programma campi elisi.