La Voce della Memoria

Esistono cose che non vanno dimenticate.

Esistono forze che spingono affinché ogni cosa sia dimenticata.

Dimenticando cosa siamo stati non possiamo riconoscere negli altri il nostro sguardo di un tempo.

Per ridare voce alla memoria ripubblichiamo una intervista a Nuto Revelli, scrittore, prima ufficiale dell’esercito italiano nella seconda guerra mondiale e poi partigiano.

Questa intervista-conversazione che Eugenio Fici eseguì per Il babau nel 1993 non è legata in modo diretto all’Olocausto, ma parla di quegli anni di un’umanità fratta e quindi disumana.

E’ una testimonianza e quindi un monito.

Paraloup

Le lingue della Morte

Post sottosopra ed ondivago che segue la cronologia del sentire e dell’esperienza anziché quella temporale.

Ostaia da-U Neo, Genova 14 Gennaio 2016

La morte (Jacques Brel*)

La morte mi attende come una vecchia fanciulla

All’appuntamento con la falce

Per meglio mietere il tempo che passa

La morte mi attende come una principessa

Al funerale della mia gioventù

Per meglio piangere il tempo che passa

La morte mi attende come una fata cattiva

Al rogo delle nostre nozze

Per meglio ridere del tempo che passa

 

Ma qualunque cosa ci sia dietro la porta

È già lì che mi aspetta

Angelo o demone non importa

Davanti alla porta ci sei tu

 

La morte attende sotto il cuscino

Che dimentichi di svegliarmi

Per meglio congelare il tempo che passa

La morte attende che i miei amici

Vengano a trovarmi di notte

Per meglio raccontarci che il tempo passa

La morte mi attende tra le tue mani diafane

Che dovranno chiudermi le palpebre

Per meglio dire addio al tempo che passa

 

Ma qualunque cosa ci sia dietro la porta

È già lì che mi aspetta

Angelo o demone non importa

Davanti alla porta ci sei tu

 

La morte mi attende alle ultime foglie

Dell’albero che sarà la mia bara

Per meglio inchiodare il tempo che passa

La morte mi attende tra i lillà

Che un becchino tirerà su di me

Per meglio far sbocciare il tempo che passa

La morte mi attende in un grande letto

Teso con le tele dell’oblio

Per meglio fermare il tempo che passa

 

Ma qualunque cosa ci sia dietro la porta

È già lì che mi aspetta

Angelo o demone non importa

Davanti alla porta ci sei tu

 

 

Parigi, 1959

La Mort (Jacques Brel)

La mort m’attend comme une vieille fille

Au rendez-vous de la faucille

Pour mieux cueillir le temps qui passe

La mort m’attend comme une princesse

A l’enterrement de ma jeunesse

Pour mieux pleurer le temps qui passe

La mort m’attend comme Carabosse

A l’incendie de nos noces

Pour mieux rire du temps qui passe

 

Mais qu’y a-t-il derrière la porte

Et qui m’attend déjà

Ange ou démon qu’importe

Au devant de la porte il y a toi

 

La mort attend sous l’oreiller

Que j’oublie de me réveiller

Pour mieux glacer le temps qui passe

La mort attend que mes amis

Me viennent voir en pleine nuit

Pour mieux se dire que le temps passe

La mort m’attend dans tes mains claires

Qui devront fermer mes paupières

Pour mieux quitter le temps qui passe

 

Mais qu’y a-t-il derrière la porte

Et qui m’attend déjà

Ange ou démon qu’importe

Au devant de la porte il y a toi

 

La mort m’attend aux dernières feuilles

De l’arbre qui fera mon cercueil

Pour mieux clouer le temps qui passe

La mort m’attend dans les lilas

Qu’un fossoyeur lancera sur moi

Pour mieux fleurir le temps qui passe

La mort m’attend dans un grand lit

Tendu aux toiles de l’oubli

Pour mieux fermer le temps qui passe

 

Mais qu’y a-t-il derrière la porte

Et qui m’attend déjà

Ange ou démon qu’importe

Au devant de la porte il y a toi

 

Hammersmith Odeon, Londra, 3 Settembre 1973

My Death (Jacques Brel / Mort Schuman)

My death waits

like an old rouè

So confident I’ll go his way

Whistle to him and the passing time

My death waits

like a bible truth

At the funeral of my youth

Weep loud for that

and the passing time

My death waits

like a witch at night

As surely as our love is bright

Let’s not think about the passing time

 

But what ever lies behind the door

There is nothing much to do

Angel or devil, I don’t care

For in front of that door, there is you

 

My death waits

like a beggar blind

Who sees the world

through an unlit mind

Throw him a dime

for the passing time

My death waits there

between your thighs

Your cool fingers

will close my eyes

Let’s not think of that

and the passing time

My death waits

to allow my friends

A few good times before it ends

So let’s drink to that

and the passing time

 

But what ever lies behind the door

There is nothing much to do

Angel or devil, I don’t care

For in front of that door, there is you

 

My death waits there among the leaves

In magicians’ mysterious sleeves

Rabbits and dogs and the passing time

My death waits there among the flowers

Where the blackest shadow,

blackest shadow cowers

Let’s pick lilacs for the passing time

My death waits there

in a double bed

Sails of oblivion at my head

So pull up the sheets

against the passing time

 

But what ever lies behind the door

There is nothing much to do

Angel or devil, I don’t care

For in front of that door, there is you

 

La traduzione del cantautore americano Mort Shuman, resa famosa da David Bowie presenta rispetto all’originale in francese alcune differenze significative che potete apprezzare nel confronto tra le traduzioni italiane delle due versioni:

La Mia Morte (Jacques Brel / Mort Schuman)

La mia morte aspetta

come un vecchio dissoluto

Così sicuro che gli andrò incontro

Fischia a lui e al passare del tempo

La mia morte aspetta

come una verità biblica

Al funerale della mia giovinezza

Piange forte per questo

e per il passare del tempo

La mia morte aspetta

come una strega nella notte

Certo com’è brillante il nostro amore

Non pensiamo al passare del tempo

 

Ma qualunque cosa ci sia dietro la porta

Non c’è molto da fare

Angelo o diavolo, non m’importa

Perché di fronte a quella porta ci sei tu

 

La mia morte aspetta

come un mendicante cieco

Che vede il mondo

attraverso una mente spenta

Tiragli una moneta

per il passare del tempo

La mia morte aspetta lì,

in mezzo alle tue cosce

Le tue dita fredde

chiuderanno i miei occhi

Non pensiamo a questo

e al tempo che passa

La mia morte aspetta

per consentire ai miei amici

Di divertirsi un po’ prima della fine

Così brindiamo a questo

e al passare del tempo

Ma qualunque cosa ci sia dietro la porta

Non c’è molto da fare

Angelo o diavolo, non m’importa

Perché di fronte a quella porta ci sei tu

 

La mia morte aspetta lì fra le foglie

Fra le maniche misteriose dei maghi

Conigli e cani e il passare del tempo

La mia morte aspetta lì fra i fiori

Dove l’ombra più nera,

l’ombra più nera si ritrae

Raccogliamo i lillà per il passare del tempo

La mia morte aspetta là

in un letto matrimoniale

Con vele d’oblio nella mia testa

Così tiriamo su le lenzuola

contro il passare del tempo

 

Ma qualunque cosa ci sia dietro la porta

Non c’è molto da fare

Angelo o diavolo, non m’importa

Perché di fronte a quella porta ci sei tu

 

La versione soprastante, presente nell’ultimo concerto di Ziggy Stardust and the Spiders of Mars, fu pubblicata solo dieci anni dopo, nel 1983, in Ziggy Stardust – The Motion Picture, colonna sonora di quei concerti.

Come spesso nella sua carriera, Bowie ha fornito diverse reinterpretazioni delle sue proposte.

Fra esse vi propongo questa registrazione del 1995.

 

*La traduzione italiana di La Mort di Brel mi è stata regalata al volo da Letizia Merello, poiché non ne esistevano di accettabili, in occasione del Reading Eros e Thanatos. Io vi ho poi apportato minime modifiche.

Praticare la Notte

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Smessa l’immagine pubblica, al di là del calar del sole, si rivelano verità che solo le luci soffuse della notte possono ascoltare. Ksenja Laginja svela i propri assedi ed attese quotidiani, il sentire misurato in distanze corporee, racchiuso negli oggetti comuni od in immagini inconsuete, altre volte confinato nel buio di angoli e tasche.

Asciutti, precisi, a tratti taglienti, eppure simbolici e quindi fortemente evocativi, i suoi versi ci arrivano improvvisi come un pugno e rassicuranti come un volto noto: ci sembra subito di comprenderli, di riconoscerci, tuttavia, voltata la pagina, si ha la netta sensazione di aver lasciato qualcosa indietro, di voler rileggere.

Ricco di riferimenti letterari e piani di lettura, Praticare la Notte è un libro complesso eppure diretto, bello, perché porto col cuore di un’anima pronta.

Se amate la poesia non potete non leggerlo e, ovviamente, comprarlo.