Narciso o Boccadoro?

“Fra i poeti detesto / quelli che di se stessi / si dicon tali. (…) Odio, quindi, me stesso (…) Sono lo zero.”

Ma anche: “Sono inequivocabilmente strafigo.” 

Luca Valerio 11050979_1055976791084981_344496364_n

Luca Valerio è sicuramente poeta variegato, prolifico e con una grande facilità nel versificare.

Non siamo su Facebook, ma posso dire senza timore che Mi piace.

Mi piace per le indiscutibili qualità tecniche ed espressive e per una serie di ragioni che, al solito, non dirò… gli autori che ospitiamo si presentano benissimo da soli!

Trovate un breve raccolta di poesie di Luca Valerio cliccando QUI.

俳諧

Post musicale del mercoledì.

Si va a Tokio, ma prima passiamo da Portland, Oregon, in un viaggio indietro nel tempo.

Perché proprio Portland?

Perché qui nel 2005 un gruppo dal nome Grails pubblica una cover della parte III di Satori della Flower Travellin Band, all’interno del proprio nel mini album Interpretations of Three Psychedelic Rock Songs From Around The World.

Questa rivisitazione americana ha sicuramente un taglio adattato al gusto del tempo ed è qui presentata con un video giapponese che la valorizza appieno.

Sentita la versione breve dei Grails, puntiamo direttamente all’altro lato dell’Oceano Pacifico ed atterriamo nel Giappone del 1971.

Qui la Flower Travellin’ Band (フラワー・トラベリン・バンド) ha appena pubblicato un vero classico del rock nipponico, suddiviso in cinque parti, Satori, per l’appunto.

E’ una proposta forse per amanti della musica anni ’70, un ritrovarsi per alcuni, una scoperta per altri, certo una curiosità per i più.

A voi.

Di tutt’altro genere la proposta letteraria, collegabile a quella musicale per il titolo di origine nipponica: 俳諧 Haikai

A voi gli Haiku in lingua genovese di Alessandro Guasoni, curiosamente più vicini alla nostra immagine della cultura giapponese rispetto al rock nipponico dal sapore anglosassone, ma questo è un post di contrasti.

Non rimanete sulla soglia, al di là di essa, culture forse poco note, ma ricchissime.

俳諧 Haikai

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Est!!! Est!!! Est!!!

Titolo per attirar i santi bevitori, gli assetati viaggiatori, i curiosi navigatori.

Ma no, non si tratta del celeberrimo vino di Montefiascone e della sua leggenda risalente al 1111.

Bensì di un Est tra le righe, un Eastward, un import-export, un risuonar di note e voci.

Mettiamo un punto fisso: Georg Philipp Telemann, Concerto in Mi minore TWV 52:e1 per Flauto Dolce, Flauto Traverso ed Orchestra.

L’autore contemporaneo di Bach ed Händel, notissimo nel suo tempo, fondatore nel 1728 del primo giornale di musica tedesco, è stato a lungo sottovalutato. Male, perché alcune delle sue composizioni sono straordinariamente moderne, per il tempo, e tuttora coinvolgenti.

Questo concerto, bellissimo all’ascolto, presenta un paio di elementi di interesse anche per i profani. Il primo è il dialogo tra il vecchio ed il nuovo, tra il flauto dolce (recorder) ed il flauto traverso a cui cederà il posto da lì a venire. Il secondo è la ragione del titolo, il profumo di Est, presente nella danza slava del quarto movimento, Presto.

Karl-Heinz Passin (flauto),  Reiner Gebauer(flauto dolce), Telemann-Kammerorchester & Eitelfriedrich Thom

Questa non è forse la migliore versione, ma ha il vantaggio di presentare lo spartito.

Una versione alternativa del quarto movimento, molto coinvolgente, nonostante la scarsa qualità video è questa di Spinosi, veloce il giusto… quindi velocissima!

Il testo letterario collegato non poteva che essere un altra composizione eastbound e ricca di influssi e sonorità diverse. Entriamo nel mondo di Alberto Nocerino e del suo Diario di Medana. E’ un mondo poliforme, plurilinguistico, fonosimbolico, estremamente vivo.

Questa è la porta.

 

 

 

Pavlov’s Dog

Post musicale atipico ed un po’ sofferto: vuoi perché è giovedì e non mercoledì, come dovrebbe, e vuoi perché la scelta è stata più ardua del solito.

Si tratta dei Pavlov’s Dog, gruppo nato nel 1972 a St. Louis: se la strumentazione è anomala (c’è persino un vitar) la voce è una delle più sorprendenti del rock: David Surkamp.

Il primo loro lavoro, del 1975, si intitola Pampered Menial, e propone un’improbabile mistura di generi musicali, etichettata in modo approssimativo “progressive”.

La difficoltà della scelta sta tutta qui, a loro modo i primi due dischi sono straordinari ed il scegliere un solo brano è riduttivo. I Pavlov’s Dog andrebbero sentiti e risentiti perché ogni nuovo ascolto potrebbe rivelarvi qualcosa di nuovo.

Da questa difficoltà esco barando un poco, proponendo due brani agli antipodi, la ruvida Song Dance e la dolcissima Julia, spero vi invoglino ad andar oltre, c’è molto altro…

Quanto al testo letterario, si tratta di La Libreria di Piero Antonio Zaniboni.

Chi indovinerà per primo la ragione di questa associazione, potrà pubblicare un suo testo in queste pagine.

Buon Compleanno Antonio Vivaldi!

Post musicale del mercoledì obbligato.

337 anni fa, il 4 marzo 1678 nasceva Antonio Vivaldi.

La proposta, non notissima, ma estremamente godibile è il suo Concerto in sol maggiore per 2 mandolini ed archi, RV532.

La versione presentata è quella dell’ensemble Europa Galante sotto la direzione di Fabio Biondi, con Giovanni Scaramuzzino e Sonia Maurer ai mandolini.

Tanta levità e gioia non potevano che suggerire Il Paese dell’Arcobaleno di Anna Musi, una dolcissima favola apparsa su Il babau n. 2, se ben ricordo, vincitrice di uno dei primi Premi Andersen.