Esistono cose che non vanno dimenticate.
Esistono forze che spingono affinché ogni cosa sia dimenticata.
Dimenticando cosa siamo stati non possiamo riconoscere negli altri il nostro sguardo di un tempo.
Per ridare voce alla memoria ripubblichiamo una intervista a Nuto Revelli, scrittore, prima ufficiale dell’esercito italiano nella seconda guerra mondiale e poi partigiano.
Questa intervista-conversazione che Eugenio Fici eseguì per Il babau nel 1993 non è legata in modo diretto all’Olocausto, ma parla di quegli anni di un’umanità fratta e quindi disumana.
E’ una testimonianza e quindi un monito.