Titolo per attirar i santi bevitori, gli assetati viaggiatori, i curiosi navigatori.
Ma no, non si tratta del celeberrimo vino di Montefiascone e della sua leggenda risalente al 1111.
Bensì di un Est tra le righe, un Eastward, un import-export, un risuonar di note e voci.
Mettiamo un punto fisso: Georg Philipp Telemann, Concerto in Mi minore TWV 52:e1 per Flauto Dolce, Flauto Traverso ed Orchestra.
L’autore contemporaneo di Bach ed Händel, notissimo nel suo tempo, fondatore nel 1728 del primo giornale di musica tedesco, è stato a lungo sottovalutato. Male, perché alcune delle sue composizioni sono straordinariamente moderne, per il tempo, e tuttora coinvolgenti.
Questo concerto, bellissimo all’ascolto, presenta un paio di elementi di interesse anche per i profani. Il primo è il dialogo tra il vecchio ed il nuovo, tra il flauto dolce (recorder) ed il flauto traverso a cui cederà il posto da lì a venire. Il secondo è la ragione del titolo, il profumo di Est, presente nella danza slava del quarto movimento, Presto.
Karl-Heinz Passin (flauto), Reiner Gebauer(flauto dolce), Telemann-Kammerorchester & Eitelfriedrich Thom
Questa non è forse la migliore versione, ma ha il vantaggio di presentare lo spartito.
Una versione alternativa del quarto movimento, molto coinvolgente, nonostante la scarsa qualità video è questa di Spinosi, veloce il giusto… quindi velocissima!
Il testo letterario collegato non poteva che essere un altra composizione eastbound e ricca di influssi e sonorità diverse. Entriamo nel mondo di Alberto Nocerino e del suo Diario di Medana. E’ un mondo poliforme, plurilinguistico, fonosimbolico, estremamente vivo.
Questa è la porta.