Anticamera – di Maurizio Puppo (Il babau n.13)

lucrezio

de nihilo nihil

Lucrezio

 

Poeti imperturbati!

Di fronte al nulla eterno

sbadigliano assopiti: ho

scritto dei bei versi :

ho amico un recensore –

insegna, sai, materie

difficili a spiegare; ha

vinto premi e coppe,

sarà presto assessore –

Poi parte burrascoso,

impugna la mitraglia:

D’Annunzio? Quel fascista?

Sappiamo cosa fare!

Colpevoli siam tutti, e tutti

indifferenti (lo dico, io per

primo) – Il calcio, Dio,

che orrore! – La neve non

è male, ma forse appena

fresca – Parcheggio non

si trova, aumentan la

benzina, che furto, che

assassini! – E poveri bambini,

di netto mutilati, e tosto lì

inquadrati: armiamoci di

sdegno, mandiamogli dei

soldi (mandiamoci, è la

lectio, facilior, del poeta) –

Son figlio di operai, lo sai,

ne sono fiero – Le marce

della pace, le ho fatte, e

le farei – E guarda quel

tapino, col suo telefonino,

che schifo, che vergogna

(è comodo, però) – Chi

paga, poi? Gli stessi!

In fondo, tu lo sai, io sono

un idealista, un puro, troppo

buono; ah, spesso io perdono,

e invece non dovrei!

La bocca gli si impasta, la

foga lo sovrasta; produce

senza pace parole, ahimé,

insensate, con braccia, a

dire il vero, ad altro affaccendate;

a scrivere dei versi, per metter la

targhetta: poeta – ragioniere –

geometra – ingegnere –

poeta! Chi ha sancito il

titolo inseguito? Sicuro, e

senza errore: l’amico professore

lucrezio3

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