C’è un sogno a parlare di me,
un canto in un passo di strada.
Divina, ancora i suoi fiori sul volto,
vent’anni e un sospetto di colpa
dipinto sul labbro impaziente –
tradisce promesse non fatte ad
alcuno – il suo paradiso è la
stanza sul vicolo cieco, oppure
una tenebra fresca d’amore,
là dove l’attende un complice
ignaro. Non ama che i giorni
trascorsi, amati mai prima –
ripensa talvolta al figlio
che ha avuto nel sonno, così,
senza intese, a piccoli passi
d’amore – non l’ha conosciuto,
ne parla distratta a chi la
accarezzi per poco, per niente.
Lei balla blasfema sul vuoto, e
adesso già attende la fine,
che certo accadrà.
[…] giacché la seconda non recensione prende a prestito un paio di versi di Divina di Maurizio Puppo, pubblichiamo anche quella, nella sezione […]
[…] originalmente nel numero 9 de Il babau nella pagina a fianco di Divina dello stesso autore, Son Semi-Trafelato in qualche modo rimetteva le cose a […]