“E’ gradito l’invio di materiale” – così recitava la seconda di copertina, continuando – “La redazione si riserva di decidere in merito all’eventuale pubblicazione.”
E’ cambiato tutto da allora, lo storico editore non esiste più, il tipografo si è trasferito, la redazione si è rimaneggiata, ma l’intento è immutato: “E’ gradito l’invio di materiale. La redazione si riserva di decidere in merito all’eventuale pubblicazione.”
Gli autori esterni sono sempre stati linfa vitale della rivista, arricchimento di prospettive, nuovi orizzonti.
Certo, Il babau era anche una palestra letteraria per la redazione, ma ogni testo che arrivava per posta generava una nuova emozione. Nella maggior parte dei casi si trattava di una busta grande, per lo più color ocra, con l’indirizzo scritto a mano ed il contenuto dattiloscritto.
Il che significava, ri-digitazione dei testi scelti. Forse una fatica, ma anche una grande opportunità di conoscenza: il ricopiare un testo obbliga ad una lettura più accurata e rivela particolari che spesso sfuggono. Ho imparato moltissimo da tutti.
In seguito iniziarono ad arrivare anche i primi floppy disk, non cambiando la realtà dei fatti: utilizzavamo un Mac ed eravamo pressoché incompatibili con chiunque.
Ho divagato un poco, forse per nascondere che non ricordiamo come e quando arrivò il testo che pubblichiamo ogg:i La fatica inutile del giovane Poorless di Stefano Rivara. Ricordiamo però che ci parve subito meritevole d’esser pubblicato, anche se per una serie di eventi vide la luce solo sul web nel 2004.
Lo riproponiamo giacché anche il vecchio sito non esiste più.
La versione qui pubblicata è quella originale, ne esiste sul web una successiva.