Amarilli o della seconda pratica

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Il primo amore non si scorda mai, sia che si chiami Amarilli o meno.

Ma la pratica? E’ meglio la prima pratica o la seconda? Quale ci rimane indelebilmente impressa? E soprattutto: è un tema ancora attuale?

Ehm… forse sono andato troppo oltre.

Ricominciamo.

Post musicale del mercoledì.

Tutto nasce dall’ascolto di un madrigale di Claudio Monteverdi (1567-1643).

Monteverdi compone la musica sui versi sciolti di Cruda Amarilli di Battista Guarini (1538-1612), noto drammaturgo e poeta, autore del Pastor Fido.

I versi sono noti e Luca Marenzio (1553-1599), il più noto madrigalista del suo tempo, ne ha già fornito una versione pubblicata nel 1595.

Il madrigale di Monteverdi viene dato alle stampe , alcuni anni dopo, nel 1608, prima composizione del V libro dei Madrigali.

E’ un madrigale importante perché, già prima della pubblicazione, viene fatto oggetto di critiche profonde da parte di Giovanni Maria Artusi nel suo Delle Imperfezioni della Moderna Musica, seconda parte, del 1603. Monteverdi risponderà alle critiche proprio nella prefazione del V Libro.

E’ una disputa tra lo stile codificato da Gioseffo Zarlino, maestro di Artusi, e uno in cui le dissonanze sono più libere, di cui Monteverdi è alfiere, è la lotta tra prima pratica e seconda pratica, tra stile antico e stile moderno.

In questa sfida interviene anche Giulio Caccini (1550-1618) che con Le Nuove Musiche nel 1601 contribuisce al passaggio dal madrigale di genere polifonico a quello di genere monodico. Anche Caccini canta Amarilli, ma qui non è più cruda…

Sono passati oltre quattrocento anni dal tempo della disputa e son lieto di poter ugualmente apprezzare lo stile antico di Palestrina e quello moderno di Monteverdi.

E’ per forza necessaria una scelta? Va necessariamente buttato giù qualcuno dalla torre, o si può portar con sé tutto quanto c’è di bello?

Un dubbio, comunque permane. Di quale Amarilli stiamo parlando? Di quella cantata da Virgilio, del fiore che da ella prese il nome, o della Amarilli Etrusca?

In questa pagina, curiosando e cliccando, non troverete forse la risposta, ma nuovi spunti ed anche un racconto che della febbre di questo viaggio è la conseguenza.

Chi cercatrova

Non è detto rimanga sempre contento!

 

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